Sono “totalmente prive di fondamento” le notizie che circolano da alcuni giorni relative al trasferimento di armamento nucleare dalla Turchia all’Italia: lo afferma, in una nota, il Ministero della Difesa. Nel comunicato “si sottolinea inoltre che ogni aspetto relativo alla postura ‘nucleare’ in seno alla Nato viene discusso collegialmente fra tutti i Paesi membri”.
Il generale dell’Air Force Chuck Wald, ora in pensione, in una recente intervista all’agenzia Bloomberg, ripresa da altri media, aveva ventilato il possibile trasferimento di cinquanta testate nucleari americane dalla base turca di Incirlik, in Anatolia, alla base Usaf di Aviano, in Friuli Venezia Giulia (di cui Wald è stato comandante, a metà degli anni ’90).
Il militare, parlando dei complessi rapporti tra Stati Uniti e Turchia, aveva citato la necessità di ricollocare le testate: “Vista la crescita dell’antiamericanismo in Turchia e la volontà di Erdogan di avvicinarsi alla Russia, abbiamo urgentemente il bisogno di ricollocare le armi nucleari che abbiamo nella base di Incirlick e che non hanno più la stessa utilità a fini strategici del passato. Dobbiamo spostarle”.
“Idealmente – aveva detto – la loro nuova destinazione dovrebbe essere sul suo europeo ed una possibilità potrebbe essere la base italiana di Aviano. Da un punto di vista logistico non ci sarebbero difficoltà”. L’ipotesi del trasferimento degli armamenti nucleari in Italia ha subito provocato reazioni polemiche. Ancora ieri, sia il Movimento 5Stelle che i Verdi mettevano in guardia da questa eventualità.
“Non credo che i cittadini italiani, e in particolare quelli del Friuli-Venezia Giulia, siano disposti a ospitare altre decine di bombe atomiche”, ha detto il senatore M5s Gianluca Ferrara, secondo cui “l’Italia ospita già innumerevoli base americane e una cinquantina di testate nucleari statunitensi che rappresentano una minaccia costante per la popolazione locale poiché i siti di stoccaggio possono diventare obiettivi di attacchi terroristici o ritorsioni belliche”.
Il coordinatore dell’esecutivo dei Verdi Angelo Bonelli, stigmatizzando il “silenzio” del Governo sulla vicenda, ha invece rilevato che “quello che sta accadendo in Italia viola il Trattato di non proliferazione di armi nucleari (TNP) che all’art.2 prevede che uno stato non nucleare non possa ospitare armi nucleari”. Anche nel 2016 si diffuse la notizia che fosse imminente il trasloco delle testate dall’Anatolia ad Aviano, ma nei fatti le 50 bombe atomiche sono finora rimaste a Incirlik