Aborti in aumento in Italia nel 2022
Nel corso del 2022, in Italia sono state registrate un totale di 65.661 interruzioni volontarie di gravidanza, con un incremento del 3,2% rispetto all’anno precedente. Questo aumento è stato più significativo tra le donne straniere (+4,9%) rispetto alle italiane (+2,9%). Si nota anche un aumento del ricorso all’aborto tra le minorenni, con un tasso di 2,2 per 1.000, confermando una tendenza già osservata nel 2021. Per la prima volta nel 2022, le interruzioni volontarie di gravidanza farmacologiche hanno superato quelle chirurgiche, rappresentando il 52% rispetto al 46,6%. Questi dati emergono dalla Relazione del ministro della Salute sull’attuazione della legge 194, resa pubblica prima sul sito di ‘Pro-choice’ e successivamente sul portale del ministero.
Reazioni alla pubblicazione dei dati
Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, critica il rapporto per presentare dati datati e poco utili. La mancanza di dettagli sulle singole strutture ospedaliere impedisce una valutazione accurata sull’applicazione della legge 194. Gallo sottolinea la necessità di rendere disponibili dati disaggregati per garantire un reale accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza.
Dati e trend relativi all’aborto in Italia
La relazione evidenzia un aumento del tasso di abortività e del rapporto di abortività, invertendo il trend in calo degli anni precedenti. Il ministro Orazio Schillaci sottolinea l’importanza di monitorare se questo aumento sia un dato isolato o rappresenti un cambiamento duraturo. Si osserva anche un cambiamento nel rapporto tra aborto farmacologico e chirurgico, probabilmente influenzato dalle linee guida ministeriali del 2020. Tra le minorenni, si registra un aumento delle interruzioni di gravidanza per le italiane e una diminuzione per le straniere.
L’aumento delle interruzioni di gravidanza coinvolge tutte le regioni italiane, ad eccezione delle isole. Le donne tra i 25 e i 34 anni presentano i tassi di abortività più alti, con un incremento generale delle interruzioni volontarie in tutte le fasce d’età tranne quella tra i 40 e i 49 anni. La distribuzione delle contraccezioni di emergenza è aumentata, in particolare per l’ulipristal acetato, con la necessità di garantire informazioni corrette sull’uso di questi prodotti.
Riguardo all’obiezione di coscienza, si nota un calo delle interruzioni di gravidanza a carico dei ginecologi non obiettori, suggerendo che le criticità nell’offerta del servizio potrebbero essere legate all’organizzazione regionale anziché alla presenza di personale obiettore.