Trieste, audizione sul ddl aree idonee: urgono investimenti e chiarezza normativa
TRIESTE – Nel corso dell’audizione relativa al disegno di legge sulle aree idonee, è emersa con forza la necessità di accelerare i processi di transizione energetica, senza però trascurare la sostenibilità e la tutela del territorio. A sottolinearlo è stata Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia – Civica FVG, che ha evidenziato le criticità legate all’attuale quadro normativo e alle tempistiche di realizzazione degli impianti.
Necessario un quadro normativo chiaro e stabile
Secondo Massolino, il contesto normativo attuale è complesso e in continua evoluzione, sia a livello italiano che europeo. Questa incertezza normativa ha determinato un incremento delle richieste del 215%, rendendo indispensabile un’accelerazione delle procedure per evitare ritardi che potrebbero compromettere gli obiettivi di decarbonizzazione.
«Gli obiettivi fissati per la transizione energetica sono ambiziosi, ma non possono essere perseguiti a qualsiasi costo», ha dichiarato Massolino. «Occorre garantire una pianificazione efficace, evitando il consumo eccessivo di suolo e tutelando il paesaggio».
Incentivare investimenti in aree già urbanizzate
Un punto cruciale sollevato riguarda la necessità di indirizzare gli investimenti verso aree già impermeabilizzate, evitando di limitarsi a normare esclusivamente le aree idonee. Infatti, la definizione di “non idoneità” di un’area non implica un divieto assoluto, ma comporta semplicemente un iter autorizzativo differente.
Questa distinzione, secondo Massolino, deve essere ben chiara per non rallentare ulteriormente le iniziative volte allo sviluppo di impianti di energia rinnovabile, fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale.
Urgente il potenziamento della rete infrastrutturale
Oltre agli aspetti normativi, un altro tema critico è quello legato alla rete infrastrutturale. Attualmente, i tempi di allacciamento dei nuovi impianti risultano inaccettabili e incompatibili con le esigenze di crescita delle energie rinnovabili.
«Bisogna agire in fretta per potenziare le infrastrutture della rete elettrica, altrimenti rischiamo di comprometterne la stabilità e di non essere in grado di accogliere la crescente produzione di energia da fonti rinnovabili», ha sottolineato Massolino.
Il Piano Energetico Regionale prevede un tavolo di confronto con le società di distribuzione per discutere i piani di sviluppo, ma secondo la consigliera le risposte fornite durante l’audizione sono state vaghe e poco concrete, lasciando ancora molte incertezze sullo stato dei lavori e sugli ostacoli che stanno rallentando il processo.
Conclusioni
L’audizione ha evidenziato l’urgenza di una strategia chiara e condivisa, che permetta di accelerare l’iter autorizzativo e di migliorare la capacità della rete di accogliere nuova energia rinnovabile. Senza un quadro normativo stabile e senza un piano infrastrutturale efficace, il rischio è quello di non riuscire a rispettare i tempi imposti dalla transizione ecologica, compromettendo gli investimenti e lo sviluppo sostenibile della Regione.