Nelle prime ore della mattina i Carabinieri hanno fatto scattare l’operazione “Big Bag”, culmine di una lunga ed articolata indagine di contrasto allo spaccio di droga nel territorio del Pordenonese, specie a danno di giovani, condotta dai militari del Reparto Operativo e del Nucleo Operativo della Compagnia del capoluogo. L’operazione odierna ha visto il dispiego di numerose con oltre sessanta Carabinieri provenienti da tutta la Provincia, due unità cinofile antidroga ed una per la ricerca di armi ed esplosivo provenienti dai Nuclei Cinofili di Torreglia e di Laives hanno eseguito 16 perquisizioni nei confronti dei principali indagati e di acquirenti marijuana e cocaina nella provincia di Pordenone e Trieste, con anche la supervisione dall’alto dell’elicottero del 14° Elinucleo Carabinieri di Belluno.
L’indagine ha avuto inizio lo scorso 2 marzo 2022, all’interno di un condominio di Pordenone, quando i Carabinieri hanno individuato un borsone pieno di marijuana, poco meno di 18 chili. Da qui il nome dell’indagine, Big Bag, e proprio quel “tesoro” lasciato nelle parti comuni del condominio è nata un’attività investigativa, coordinata dal Sostituto Procuratore Dssa. Monica Carraturo della Procura di Pordenone, che già ad aprile ha cominciato a dare i primi frutti grazie alle attività di osservazione poste in essere sulla strada ed alle attività tecniche: il 28 aprile il venticinquenne albanese D.D., disoccupato residente a Pordenone, e la sua coetanea C.J., barista italiana di Chions, sono stati arrestati in flagranza di reato perché avevano acquistato 150 grammi di cocaina a Milano e volevano rivenderla ai giovani del Friuli occidentale. Dopo un periodo di carcerazione, i due sono stati liberati e sono tornati nelle proprie abitazioni.
Ma le indagini non si erano fermate a quel riscontro, tanto che il 27 agosto i Carabinieri hanno messo a segno un altro durissimo colpo alla banda con l’arresto dei tre giovani L.F., C.A. e H.T.N. e il sequestro di altri 3 chili di marijuana. Gli investigatori avevano capito che L.F., studente universitario venticinquenne di Roveredo in Piano collegato al precedente sequestro del borsone e agli arresti di aprile, aveva appena acquistato i tre chili di marijuana e l’aveva suddivisa dandone due etti a C.A., operaio pordenonese poco più che ventenne che con L.F. aveva un debito di droga. Questi pretendeva che il pordenonese estinguesse il debito mediante il ricavato della vendita della marijuana. Sempre L.F. affidava 2 chili di marijuana al suo amico e concittadino H.T.N., operaio ventiseienne, affinché glieli custodisse in casa (ritenuta un luogo sicuro) in cambio di ulteriori 250 grammi di marijuana come compenso. Quel che restava dello stupefacente veniva poi sequestrato dai militari di Pordenone in casa di L.F., arrestato per spaccio di droga insieme agli altri giovani. In quell’occasione era stata denunciata a piede libero per lo stesso reato anche la mamma di L.F., già insegnante di scuola materna attualmente disoccupata, la quale era ben consapevole dell’attività del figlio, tanto da consentirgli di custodire in casa l’oltre mezzo chilo di droga rimanente.
Oggi D.D. e L.F. sono stati arrestati e tradotti in carcere perché gli investigatori hanno chiarito che erano loro i proprietari del Big Bag pieno di marijuana sequestrata lo scorso marzo. Visto che il borsone era stato rinvenuto nelle parti comuni di una palazzina di cui C.N., madre di L.F., è proprietaria di un appartamento e aveva la piena disponibilità e possibilità di occultare la droga, la donna è stata arrestata e messa ai domiciliari.
Anche C.J., già arrestata ad aprile con i 150 grammi di cocaina, è stata perquisita sia a casa che presso il bar di Chions dove lavora. Alla perquisizione si è aggiunto il controllo amministrativo svolto dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Pordenone che sospendeva temporaneamente l’attività avendo rilevato la presenza di lavoratrice in nero e del Nucleo AntiSofisticazione di Udine che ha riscontrato la mancata predisposizione delle procedure di autocontrollo elevando relativa sanzione amministrativa.
Complessivamente l’indagine ha portato ad 8 arresti, 4 denunce a piede libero nonché al sequestro di:
- KG 21 CIRCA MARIJUANA;
- GR. 165 CIRCA COCAINA;
- GR. 60 CIRCA HASHISH;
- MATERIALE ATTO CONFEZIONAMENTO SOSTANZE STUPEFACENTI;
- DANARO IN CONTANTE PROVENTO DELL’ILLECITA ATTIVITA’.
Il duro colpo dato allo spaccio di droga in provincia è l’ennesima dimostrazione di forte presenza dello Stato e delle Istituzioni sul territorio, anche grazie a cui Pordenone si è conquistata il primato di provincia più sicura di Italia.
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