A soli 21 giorni dall’evento, la città di Vicenza si prepara ad accogliere la 95esima Adunata nazionale degli alpini, un appuntamento che promette di essere memorabile sia per i partecipanti che per gli abitanti. La cerimonia dell’alzabandiera, prevista per venerdì 10 maggio alle 9 in piazza dei Signori, segnerà l’inizio di questa celebrazione di tre giorni che culminerà con la tradizionale sfilata della domenica.
L’impatto della manifestazione
L’ultimo evento di questa portata si è tenuto nel 1991, e il suo ritorno è fortemente sentito sia dalla comunità che dall’amministrazione cittadina. Il sindaco Giacomo Possamai ha evidenziato non solo l’importanza storica, ma anche i notevoli disagi logistici che un simile afflusso di visitatori, stimati in circa 500 mila, comporterà per la città di 110mila abitanti. Nonostante ciò, il primo cittadino ha invitato tutti a collaborare per garantire che l’evento si svolga nel migliore dei modi, trasformandolo in una festa inclusiva e partecipativa.
Durante la conferenza stampa, è stato sottolineato come l’Adunata degli alpini rappresenti non solo un momento di commemorazione storica ma anche un’opportunità economica significativa. Studi precedenti dell’università di Pavia hanno valutato l’impatto economico dell’evento in circa 140 milioni di euro. Un nuovo studio, realizzato dall’Ateneo di Udine, verrà presentato il prossimo 7 maggio, promettendo di offrire una visione aggiornata e dettagliata degli effetti economici dell’evento.
Un messaggio di pace in tempi turbolenti
Il presidente dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA), Sebastiano Favero, ha chiuso la conferenza evocando il motto di questa edizione, “Il sogno di pace degli alpini”. Favero ha collegato la memoria storica delle tragedie passate alla situazione attuale di tensioni in Europa e Medio Oriente, sottolineando la necessità di un impegno rinnovato verso il dialogo e la comprensione reciproca tra i popoli. Questo messaggio vuole riecheggiare l’appello per la pace che caratterizza lo spirito degli alpini, facendo eco al sacrificio simbolico rappresentato dai sacrari dell’Ortigara e del monte Grappa.