UDINE. “Non potevamo essere sicuri della natura delle sue ferite – ha spiegato Giada Aveni – quindi abbiamo consigliato al paziente di recarsi al pronto soccorso per un esame. Quando è uscito e lo ha riferito al suo accompagnatore, fuori dalla clinica, quello si è mostrato molto aggressivo”. Continuava a bussare alla porta, alzava la voce, insultava… così ho chiamato i carabinieri”. Lo ha riferito Giada Aveni, specialista in chirurgia e collega della dottoressa che è stata aggredita da un uomo che le ha messo le mani al collo fuori dalla guardia medica di Udine. La dott.ssa Aveni, che era al suo fianco al momento dell’aggressione, l’ha aiutata e ha postato sui social le foto delle cicatrici lasciate sul collo della giovane collega Adelaide Andriani.
L’ennesimo dramma nei confronti di un medico nell’esercizio delle sue funzioni
In merito, l’assessore regionale alla Civica Fvg Simona Liguori ha commentato: “Un altro attentato, l’ennesimo dramma nei confronti di un medico nell’esercizio delle sue funzioni. L’incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato a un paramedico di turno a Udine. Le ricadute sono state impressionanti. In un momento già fragile per un sistema sanitario che deve fare i conti con una carenza di medici, un incidente di questa portata contribuisce ad allontanare ulteriormente le guardie mediche o i professionisti del pronto soccorso che devono mantenere il personale al sicuro in questi avamposti. …la regione deve adoperarsi affinché i professionisti dispongano delle giuste tutele per affrontare il proprio lavoro in piena sicurezza.”
La denuncia è datata 9 gennaio e porta la firma della Federazione Medici Cimo-Fesmed. “Un altro episodio di violenza nei confronti di un collega, tutti i paramedici e il personale di supporto presenti sono stati schiaffeggiati e picchiati con i sacchi in quanto gravemente insultati. Parente dell’aggressore La notizia è scattata. Il medico aggredito è stato assistito dal personale del pronto soccorso del San Andreas e ha denunciato l’aggressore”, si legge in una nota. La Confederazione Sindacato Medici Cimo-Fesmed (che comprende le sigle Anpo, Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed) esprime la propria solidarietà all’aggressione degli operatori sanitari: “Va tutelato chi si occupa della salute dei cittadini: le istituzioni e le imprese devono garantire ciò che accaduto negli ospedali italiani non accadrà più, questa è indubbiamente una questione di ordine pubblico, ma anche di cultura: chi aggredisce, insulta o minaccia i medici deve capire che mette a rischio il diritto alla salute di tutti”.
Il post facebook
Dopo quanto accaduto alla Guardia Medica di Udine sabato 7 gennaio la dottoressa Giada Aveni, 30 anni, ha postato sui social “Essere un medico… alcuni dicono che è una professione, ed è vero, ma è altrettanto certo che sia una sfida di questi tempi, soprattutto nel contesto degli operatori sanitari e simili”.
Un uomo straniero ha messo le mani al collo della dottoressa così violentemente che si pensava stesse morendo.
Presa per il collo durante una visita medica e quasi strangolata
È quello che è successo ad Adelaide Andriani a Udine, come riportato nei post sui social dalla collega Giada Aveni. “Fare il medico…alcuni dicono che è una professione, ed è vero, ma è anche vero che è una sfida di questi tempi, soprattutto in una situazione come quella di un operatore sanitario! È una sfida perché i medici stanno facendo il loro lavoro non possono essere attaccati per invitare un paziente a recarsi al pronto soccorso per suo conto dopo aver ricevuto le cure che ritiene adeguate; non può rischiare la vita sul posto di lavoro per non essere adeguatamente protetto, in quanto un continuum di medici curanti è generalmente considerato un medico di classe B!”