C’è una misura che il governo non ha confermato per il 2023: il taglio delle accise sui carburanti. Il 31 dicembre, dunque, sarà l’ultimo giorno in cui si potrà fare benzina con lo sconto di 18 centesimi al litro. Lo sconto, inizialmente previsto di 30 centesimi dal governo Draghi e poi ridotto a 18 dall’esecutivo Meloni, terminerà quindi ufficialmente l’ultimo giorno dell’anno.
Una scelta che chiaramente ha suscitato l’ira delle associazioni dei consumatori. Secondo i calcoli di Centro Consumatori Italia, con la fine della riduzione delle accise sui carburanti, le spese per i trasporti su gomma aumenteranno di 5,2 miliardi nel 2023 e i rincari alimenteranno anche l’inflazione, che salirà dello 0,4% a causa dell’aumento dei costi del trasporto merci. Il Codacons invece evidenzia come, senza un’ulteriore proroga, la maggiore spesa sarebbe di 9,15 euro a pieno. Su base annua +219,6 euro.
Ma l’ombra dei rincari per le tasche degli automobilisti aleggia pericolosamente anche all’ambito dei pedaggi autostradali. «Le richieste di rimodulazione del sistema tariffario da parte delle concessionarie autostradali – ha fatto sapere l’Aiscat, l’associazione delle società concessionarie autostradali in una nota – sono in questo momento alla valutazione dei ministeri competenti che stanno analizzando tutte le componenti di un sistema di pedaggi assai complesso, comprese le valutazioni macroeconomiche sull’impatto degli eventuali aumenti concessi».