A dicembre il Ministero ha abrogato l’obbligo dei trattamenti, ma il fenomeno rimane pericoloso. L’Amministrazione ha deciso di proseguire la prevenzione avviata negli anni scorsi; durante l’inverno rimossi ed eliminati 2580 nidi, ora si stanno installando bio-trappole per le falene. I peli sul corpo delle larve sono altamente urticanti e possono procurare ustioni e choc anafilattico
Lo scorso dicembre il Ministero delle politiche agricole ha abrogato i provvedimenti obbligatori di contrasto alla diffusione della processionaria, un insetto molto pericoloso per l’uomo, gli animali e gli alberi, in primis i pini.
La decisione ministeriale, purtroppo, non coincide con la sparizione di questo lepidottero, che ha invaso numerose città e infestato le chiome di tantissimi alberi: al contrario, la sua diffusione ha raggiunto un livello tale da far decadere l’obbligatorietà della lotta contro i suoi nidi e le sue larve.
Una contraddizione o, molto più verosimilmente, un bagno di realtà rispetto a un fenomeno presente su tutto il territorio nazionale con il quale forzatamente convivere. L’effettiva pericolosità della processionaria, tuttavia, ha indotto l’amministrazione comunale di Lignano Sabbiadoro a non interrompere la profilassi condotta negli anni scorsi. Il semplice contatto con i peli che ricoprono le larve, infatti, è molto urticante ed è in grado di scatenare gravi reazioni infiammatorie e allergiche, fino allo choc anafilattico. Altrettanto devastanti i danni ecologici procurati alle piante, in particolare al pino, che – una volta attaccate dall’insetto – perdono la chioma e si indeboliscono gravemente esponendosi a parassiti secondari e quindi al rischio di morte.
«Per tutte queste ragioni – sottolinea l’assessore all’ambiente Paolo Ciubej – nel corso dell’inverno sono stati rimossi ed eliminati 2580 nidi. In aggiunta a ciò, si stanno installando su tutto il territorio comunale trappole per la cattura delle falene, al fine di ridurre la possibilità della deposizione delle uova e giungere a un controllo e riduzione progressiva della processionaria, senza però disperdere insetticidi».
Fondamentale la collaborazione di cittadini e proprietari di seconde case i quali possono intervenire bruciando i nidi, facendo molta attenzione ai residui carbonizzati che sono ugualmente urticanti e rimanendo rigorosamente lontani dal falò, soprattutto con le parti del corpo scoperte, viso e occhi compresi. Le larve all’aperto possono essere trattate con insetticida, meglio se biologico.