TRIESTE – Si è tenuta oggi 22 marzo una conferenza stampa congiunta tra la Procura della Repubblica e il Comando Provinciale dei Carabinieri di Trieste per fare il punto sulle indagini relative alle truffe agli anziani, riunite sotto il nome di Operazione “Fumo del Vesuvio”.
Aumento delle truffe agli anziani e inizio dell’indagine
L’attività investigativa ha avuto origine nell’estate del 2023, a seguito di un aumento esponenziale dei casi di truffa ai danni di persone anziane. Nei primi mesi dell’anno, il fenomeno sembrava essere limitato, ma da giugno in poi il numero di episodi è aumentato drasticamente, evidenziando una vera e propria emergenza.
Le forze dell’ordine hanno quindi avviato un’attenta indagine per contrastare questo crimine odioso, che colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione.
Grazie alla collaborazione tra il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trieste e la Procura della Repubblica, è stato possibile individuare e arrestare alcuni responsabili.
Il modus operandi della truffa
Il sistema messo in atto dai malviventi segue uno schema ben organizzato e strutturato. Il metodo più utilizzato prevedeva una telefonata da parte di un finto avvocato o maresciallo dei carabinieri, il quale metteva in agitazione la vittima sostenendo che un familiare fosse coinvolto in un grave incidente stradale e che, per evitare conseguenze legali, fosse necessario versare una somma di denaro immediata.
A quel punto, un complice, chiamato “esattore”, si recava a casa dell’anziano per ritirare il denaro o i preziosi richiesti. Le indagini hanno rivelato che le somme ottenute venivano raccolte da donne che arrivavano a Trieste in treno e avevano il compito di prelevare il bottino.
Smantellamento della rete criminale
Nel corso delle operazioni, è stato arrestato F.G., un 45enne di origini campane, il quale, durante l’interrogatorio, ha rivelato il funzionamento dell’organizzazione criminale.
Il gruppo si muoveva secondo una struttura piramidale ben definita:
- Gli esattori, che operavano sul campo e raccoglievano i proventi delle truffe;
- I telefonisti, che eseguivano le chiamate dalle loro basi, principalmente situate in Campania;
- Gli organizzatori, che gestivano l’intero sistema e decidevano le zone da colpire.
Un aspetto interessante emerso dalle indagini è che gli esattori venivano pagati giornalmente, con una cifra fissa di 150 euro, indipendentemente dalla somma raccolta.
Grazie alle informazioni ottenute, gli investigatori hanno scoperto altri membri della rete criminale, arrivando ad arrestare 10 persone e a denunciarne 29 in stato di libertà. In totale, sono state accertate 38 truffe e recuperati circa 150.000 euro di proventi illeciti.
L’indagine è ancora in corso e punta a risalire ai livelli più alti dell’organizzazione criminale.