PADOVA – Un’importante operazione della Guardia di Finanza ha portato alla scoperta di gravi irregolarità fiscali e violazioni antiriciclaggio a danno delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.). I Finanzieri del Comando Provinciale di Padova, dopo un’indagine economico-finanziaria approfondita, hanno accertato che il legale rappresentante di una società di commercio all’ingrosso di rottami ha abusato di crediti d’imposta, beneficiando indebitamente di oltre 270.000 euro, oltre a violazioni relative all’uso di denaro contante per oltre 160.000 euro.
Illeciti sui crediti d’imposta e macchinari non utilizzati
L’indagine ha avuto origine da una verifica fiscale nei confronti della società patavina, che ha ricevuto crediti d’imposta derivanti dall’acquisto di macchinari tecnologici nel contesto del piano “Industria 4.0” finanziato dal P.N.R.R.. La società ha ottenuto circa 272.290 euro di crediti fiscali tra il 2022 e il 2024, ma è stato scoperto che tre dei quattro macchinari acquistati risultavano di proprietà di una società diversa, riconducibile ad un familiare del legale rappresentante, tramite contratti irregolari.
Violazioni antiriciclaggio e sanzioni
Le irregolarità non si fermano qui. È stato riscontrato un rapporto illecito di somministrazione di manodopera tra le due società coinvolte, con implicazioni penali. Inoltre, 84 operazioni commerciali sono state regolate con pagamenti in contante per importi superiori ai limiti previsti dalla normativa antiriciclaggio. Le autorità hanno proceduto con il deferimento del legale rappresentante della società e con l’applicazione di sanzioni pecuniarie che variano tra 300.000 e 4,2 milioni di euro.