In occasione di una delle più importanti retrospettive dedicate a Leonor Fini, la grande pittrice surrealista, il 21 febbraio 2025, alle ore 18.00, la Libreria Bocca di Milano ospiterà un incontro dal titolo “Io sono Leonor Fini. Leonor Fini e Miela Reina, due artiste allo specchio”, un dialogo che si inserisce nel ciclo di eventi “Un viaggio da fare 2025” promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e organizzato da Fondazione Pordenonelegge, a cura di Massimiliano Finazzer Flory.
L’incontro sarà l’occasione per esplorare le radici della personalità poliedrica di Leonor Fini, attraverso un dialogo che la collega alla figura di Miela Reina, un’altra artista di grande rilevanza, il cui lavoro ha segnato profondamente l’arte del XX secolo a Trieste. La città giuliana ha giocato un ruolo fondamentale nella formazione culturale e artistica di Fini, grazie al suo ambiente cosmopolita, sospeso tra la tradizione mitteleuropea e le influenze italiane, che l’ha vista crescere accanto a figure che sarebbero diventate protagoniste della scena artistica internazionale, come Gillo Dorfles, Arturo Nathan, Italo Svevo e Umberto Saba.
Durante l’incontro, la saggista e accademica Vanja Strukelj, autrice di una pubblicazione su Leonor Fini, e il conservatore della Galleria Regionale d’Arte Luigi Spazzapan, Lorenzo Michelli, offriranno una panoramica sulla vita e sull’opera di Leonor Fini. A condurre il dialogo sarà l’artista e scrittore Massimiliano Finazzer Flory.
L’incontro alla Libreria Bocca anticipa la grande retrospettiva su Leonor Fini che verrà inaugurata a Palazzo Reale di Milano, un’esposizione che promette di aggiornare le riflessioni sulla figura dell’artista, rendendole accessibili alle nuove generazioni. La mostra sarà un’occasione per esplorare temi universali come l’identità, il genere, e le convenzioni sociali legate alla famiglia, alla mascolinità e alla femminilità, elementi che sono al centro della sua produzione artistica. Il titolo della mostra e dell’incontro si ispira a una citazione di Fini stessa: “Io sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccio, rispondo: ‘Io sono'”. Una frase che riflette la sua identità artistica, libera da schemi e definizioni rigide, e che guida la sua visione del mondo.
La sua arte, popolata da donne-gatto, sfingi e uomini ambigui, si caratterizza per atmosfere misteriose, dove predominano l’enigma, il tragico e l’esplorazione psicologica delle emozioni umane, ispirate dalla lettura di Freud e dall’influenza del Surrealismo. La sua cerchia di intellettuali e artisti, tra cui Max Ernst, Salvador Dalí, Man Ray, Jean Cocteau, e Georges Bataille, ha avuto un ruolo fondamentale nel plasmare la sua visione artistica.
Leonor Fini ha percorso, in solitaria, una via lontana dalle convenzioni sociali e artistiche del suo tempo. Con la sua personalità eccentrica e provocatoria, ha rifiutato un mondo principalmente maschile e ha scelto di intraprendere una carriera artistica che non si conformava alle regole tradizionali. La sua opera, che spesso ruota attorno a figure femminili potenti e misteriose, ha influenzato e continua a influenzare l’arte contemporanea, rappresentando una rivoluzione nell’arte surrealista e nell’interpretazione del corpo e dell’identità.