PADOVA, 9 febbraio 2025 – A 8 mesi dalla scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) legato a Federmeccanica/Assistal, i sindacati del settore metalmeccanico, rappresentati da Fim, Fiom e Uilm, sono costretti a intraprendere una nuova mobilitazione. La causa è la persistenza di una ferma posizione delle associazioni datoriali che, fino a oggi, non hanno mostrato alcun segno di apertura per discutere delle legittime richieste avanzate dai lavoratori, che chiedono un contratto più equo e in linea con le sfide del presente, tra cui la transizione tecnologica e ambientale che sta caratterizzando diversi settori industriali.
La situazione attuale del CCNL e la risposta dei sindacati
Lo scorso gennaio, le segreterie di Fim, Fiom e Uilm hanno ricevuto un invito a un incontro, fissato per l’11 febbraio, ma questo incontro non coinvolgerà direttamente le delegazioni trattanti, bensì i tre segretari generali. Ad oggi, non è ancora chiaro quale sarà l’oggetto della discussione, ma l’atteggiamento rigido e chiuso delle associazioni datoriali non lascia presagire alcun passo avanti significativo. Le dichiarazioni rilasciate attraverso i media confermano che, al momento, la volontà di aprire un vero e proprio dialogo sembra essere totalmente assente.
I segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm non hanno potuto fare altro che confermare l’intenzione di continuare la mobilitazione, proclamando 8 ore di sciopero da realizzarsi tra il 10 e il 23 febbraio 2025. L’obiettivo di questa protesta è quello di riaprire finalmente il tavolo delle trattative e affrontare seriamente le rivendicazioni sindacali presentate unitariamente.
Le modalità dello sciopero e le azioni in programma
Le Segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm di Padova hanno annunciato che lo sciopero si articolerà in 8 ore complessive, divise in due turni da 4 ore ciascuno. Il primo turno di sciopero sarà indetto per martedì 11 febbraio, con 4 ore di sciopero a fine turno, mentre le restanti 4 ore saranno fissate successivamente, entro il 21 febbraio. Ogni RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) avrà il compito di declinare la mobilitazione in modo differenziato per ogni stabilimento e azienda, in base alle specifiche esigenze territoriali e aziendali.
Inoltre, il blocco degli straordinari e delle altre forme di flessibilità che era stato proclamato il 15 novembre continuerà a essere in vigore. Proprio a partire dalla prossima settimana, sono previsti anche presidi e picchetti davanti alle aziende che stanno facendo ricorso a queste pratiche.
L’importanza della mobilitazione e il supporto ai lavoratori
In questa fase di conflitto sindacale, è fondamentale che la solidarietà tra i lavoratori resti forte e che l’intero settore metalmeccanico partecipi attivamente alla mobilitazione. A partire da lunedì 10 febbraio, saranno esposte in tutti i luoghi di lavoro bandiere e striscioni a sostegno della lotta per il rinnovo del CCNL. Le azioni di visibilità sono uno degli strumenti più potenti per mantenere alta l’attenzione sulla questione del contratto e per spingere le associazioni datoriali a prendere finalmente sul serio le esigenze e le preoccupazioni dei lavoratori.
I sindacati ribadiscono che la lotta non è solo per ottenere un contratto rinnovato, ma anche per affrontare le sfide globali che il settore metalmeccanico sta vivendo, tra cui la necessità di investire in innovazione, sostenibilità e formazione per prepararsi ai cambiamenti che la transizione ambientale e tecnologica inevitabilmente porterà con sé.
La necessità di un negoziato reale
È essenziale che la discussione sul rinnovo del contratto si apra finalmente a un negoziato serio e costruttivo. Secondo i segretari di Fim, Fiom e Uilm, è quanto mai urgente riavviare il dialogo con le associazioni datoriali per risolvere le problematiche aperte e garantire un futuro più solido e stabile per i lavoratori del settore metalmeccanico. Senza una risposta concreta, le mobilitazioni continueranno ad intensificarsi.