Negli ultimi dieci anni, la situazione della popolazione giovanile nel Friuli Venezia Giulia ha evidenziato andamenti contrastanti tra le varie province. Se da una parte Udine e Pordenone hanno visto una riduzione significativa del numero di giovani tra i 15 e i 34 anni, dallโaltra le province di Gorizia e Trieste hanno registrato aumenti considerevoli. In particolare, la provincia di Udine ha visto una diminuzione di 5.242 giovani (-5,2%), mentre quella di Pordenone ha visto una riduzione di 962 unitร (-1,5%). Contrariamente, Gorizia ha aumentato la sua popolazione giovanile di 2.359 unitร (+9,7%), e Trieste ha registrato un incremento ancora maggiore di 3.882 giovani (+9,8%) (vedi Tab. 1). Questo trend positivo ha posizionato queste due province ai vertici delle 107 province italiane monitorate dallโUfficio studi della CGIA, con aumenti che solo Milano (+10,1%) e Bologna (+11,5%) hanno superato.
Il contesto demografico del Friuli Venezia Giulia
A fronte di questi incrementi, รจ importante comprendere le dinamiche alla base di tali fenomeni. Sebbene lโaumento della popolazione giovanile a Gorizia e Trieste sia evidente, si deve considerare che, a livello regionale, il Friuli Venezia Giulia ha registrato un saldo complessivo positivo di +37 giovani (vedi Tab. 2). Ciรฒ suggerisce che le province di Gorizia e Trieste sono state in grado di compensare in parte il calo demografico della regione, grazie agli arrivi di giovani dal Sud Italia e a un afflusso di immigrati stranieri. Mentre il Friuli sta affrontando un fenomeno di denatalitร che ha portato a una forte contrazione della popolazione giovane, le province giuliane sembrano aver trovato una via di recupero.
Tuttavia, le previsioni future non sono favorevoli: sebbene oggi le due province giuliane godano di una situazione relativamente stabile, la crisi demografica che sta interessando il Paese potrebbe colpire anche Gorizia e Trieste nei prossimi decenni, come giร accaduto a Udine e Pordenone. In particolare, la denatalitร e il continuo ridursi del numero di nascite rischiano di mettere a repentaglio il trend positivo della popolazione giovanile.
Lโimportanza di investire nella formazione
Un altro aspetto cruciale riguarda la formazione e il lavoro. La platea giovanile in Friuli Venezia Giulia, pur presentando alcuni segnali positivi, รจ afflitta da un tasso di occupazione e un livello di istruzione che sono inferiori rispetto a quello delle regioni piรน avanzate dโEuropa. I dati indicano un divario crescente tra la domanda di lavoro e la disponibilitร di professionisti qualificati. Le aziende del Friuli Venezia Giulia, infatti, stanno affrontando difficoltร sempre maggiori nel reperire personale qualificato, sia per la mancanza di candidati idonei sia per lโinsufficienza delle competenze tra coloro che si presentano ai colloqui. Questo disallineamento tra domanda e offerta di lavoro richiede un intervento deciso delle istituzioni politiche. Le scelte urgenti dovrebbero includere investimenti piรน consistenti nella scuola, nellโuniversitร e nella formazione professionale, affinchรฉ i giovani possano acquisire le competenze richieste dal mercato del lavoro e contribuire alla crescita economica della regione.
Immigrazione come risposta parziale al calo demografico
Lโimmigrazione, seppur non possa essere considerata una soluzione unica al declino demografico, puรฒ rappresentare un valido strumento nel breve periodo. LโItalia, e in particolare il Friuli Venezia Giulia, sta vivendo una crescente necessitร di lavoratori stranieri per contrastare la diminuzione della popolazione giovanile e, al contempo, rispondere alle esigenze di manodopera qualificata. Tuttavia, รจ fondamentale che lโingresso degli immigrati avvenga secondo modalitร che permettano loro di integrarsi adeguatamente nel tessuto socio-economico italiano. Unโidea proposta dal CNEL (Consiglio Nazionale dellโEconomia e del Lavoro) รจ quella di prevedere corsie preferenziali per lโingresso di lavoratori stranieri che abbiano giร frequentato corsi di lingua italiana nel loro paese dโorigine e che possiedano una qualifica professionale che risponda alle necessitร delle imprese italiane. In questo modo, le aziende locali potrebbero beneficiare di un flusso di manodopera qualificata, mentre gli immigrati avrebbero maggiori opportunitร di inserimento nel mercato del lavoro.
Il divario tra Nord e Sud Italia
Un aspetto che non puรฒ essere ignorato รจ il divario tra il Nord e il Sud Italia in relazione alla popolazione giovanile. Dei 747.672 giovani in meno registrati in Italia tra il 2014 e il 2024, ben 730.756 (pari al 97,7%) provengono dal Mezzogiorno. Le province del Sud, in particolare, sono le piรน colpite dalla crisi demografica. Le province che hanno registrato le contrazioni piรน marcate sono la Sud Sardegna (-25,4%), Oristano (-23,4%), Isernia (-21,5%), Reggio Calabria (-19,6%) e Catanzaro (-19,3%). Al contrario, le province del Nord Italia hanno registrato risultati migliori, con lโincremento della popolazione giovanile che ha interessato in particolare il Nordest e il Nordovest.
In particolare, il Nordest, che comprende il Friuli Venezia Giulia, ha visto un aumento di 46.821 giovani nel decennio 2014-2024, grazie soprattutto alla presenza degli stranieri, che hanno compensato in parte il calo naturale della natalitร . In questo scenario, Gorizia e Trieste sono esempi virtuosi di come lโafflusso di giovani e immigrati possa influire positivamente sulla crescita demografica, almeno nel breve termine.
Un futuro in salita
Le previsioni per i prossimi decenni suggeriscono che, se non si adotteranno misure strutturali per sostenere la natalitร e migliorare le politiche di formazione professionale, anche le province giuliane potrebbero subire una forte contrazione della loro popolazione giovanile. La crisi demografica continuerร a essere una delle principali sfide per lโItalia, con Gorizia e Trieste che, pur avendo mostrato segnali positivi, potrebbero risentire in futuro della diminuzione delle nascite e della crescente difficoltร nellโattrarre e integrare nuovi giovani.