La scoperta di un nuovo asteroide, denominato 2024 YR4, ha suscitato grande attenzione nel mondo dell’astronomia e non solo. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e confermati dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, l’oggetto ha un diametro compreso tra 40 e 100 metri e potrebbe colpire la Terra nel 2032 con una probabilità di 1 su 83, corrispondente a circa l’1,2%. Malgrado la probabilità sia relativamente bassa, 2024 YR4 risulta attualmente al primo posto nelle classifiche degli asteroidi a rischio, ponendosi al centro del dibattito sul monitoraggio dei corpi vicini al nostro pianeta.
Impatti di asteroidi sulla Terra, è una cosa rara?
Un recente episodio, che ha riguardato l’avvistamento di una “palla di fuoco verde” nei cieli del Canada, ha dimostrato come la tecnologia di rilevamento degli asteroidi stia compiendo progressi significativi ma anche come l’intrusione di corpi esterni non sia un fenomeno tanto raro come sembra. Grazie a speciali sistemi di osservazione, l’evento è stato registrato in tempo reale, diventando anche virale grazie ai video dei vari appassionati che aspettavano l’entrata nell’atmosfera dell’oggetto.
Inoltre, per quanto la situazione di 2024 YR4 non possa essere equiparata a quella di altri asteroidi noti per la loro portata catastrofica – come quello che formò il cratere di Chicxulub e contribuì all’estinzione dei dinosauri (fonte: Il Bosone) – persino un impatto dalle conseguenze più limitate solleva interrogativi importanti su come affrontare e gestire i potenziali danni.
Cosa ne sappiamo di concreto su 2024 YR4
Stando alle informazioni raccolte dopo la scoperta di 2024 YR4, avvenuta a fine dicembre 2024 nell’ambito del programma Atlas della NASA, l’asteroide si trovava inizialmente a meno di 3 milioni di chilometri dalla Terra. Ora, invece, dista 27 milioni di chilometri e risulta quasi impossibile da osservare, ma si prevede che tornerà a farsi vicino nel 2028, consentendo
misurazioni più precise. Gli esperti dell’ESA e del JPL rimarcano come i dati futuri possano contribuire a ricalcolare la traiettoria, con la speranza che le stime di impatto si riducano o, nella migliore delle ipotesi, si annullino del tutto. Oggi, tuttavia, 2024 YR4 mantiene la seconda probabilità di collisione più alta mai registrata – l’1,2% – dopo il celebre caso di Apophis, che nel 2004 fece temere per una previsione di futuro impatto (2029) con un’allarmante possibilità del 2,7% (poi smentita).
Il prossimo passaggio ravvicinato dell’asteroide è motivo di discussione anche in sede internazionale: il rischio sarà affrontato nella riunione già programmata dello Space Mission Planning Advisory Group delle Nazioni Unite, in agenda a Vienna. L’obiettivo di questo incontro è valutare possibili piani di difesa e mitigazione: l’ESA, che coordina il gruppo, sta infatti monitorando costantemente la situazione con il proprio Ufficio di difesa planetaria.
La comunità scientifica sottolinea come, nel caso la traiettoria attuale fosse confermata, l’impatto non determinerebbe un cataclisma globale. Un evento di questo tipo potrebbe tuttavia sprigionare un’esplosione in atmosfera paragonabile a quella di Tunguska del 1908 o, se l’asteroide fosse più compatto e ferroso, aprire un cratere di circa un chilometro di diametro, simile a quello ben noto in Arizona.
Cosa si fa adesso?
Nei prossimi mesi, l’attenzione si concentrerà sugli ulteriori dati raccolti, che dovrebbero chiarire la reale composizione e la massa dell’asteroide. I modelli finora disponibili non consentono di stabilire con esattezza se 2024 YR4 sia roccioso o metallico, aspetto determinante per valutare la sua resistenza all’ingresso in atmosfera. Oggi, l’osservazione della composizione è qualcosa che la comunità scientifica è in grado di ottenere grazie a informazioni molto dettagliate sulla struttura chimico-fisica dei corpi celesti. È il caso, per esempio, di Psyche 16: pur non rappresentando un pericolo per la Terra, questo asteroide è stato analizzato con tecniche che hanno permesso di rilevare la sua ricchezza in metalli preziosi, suscitando grande interesse.
In ogni caso, la probabilità di impatto per 2024 YR4 rimane contenuta, seppur sufficiente a mantenere alta l’attenzione dei principali organismi spaziali e, con ogni probabilità, anche di quelli terrestri. L’esperienza passata di Apophis insegna che ulteriori osservazioni possono rapidamente migliorare la precisione dei calcoli.
Secondo gli esperti che si occupano di difesa planetaria e del monitoraggio dei Near Earth Objects, la collaborazione internazionale e l’innovazione tecnologica restano gli strumenti chiave per affrontare le potenziali minacce provenienti dallo spazio.
Le missioni di deviazione orbitale, come il recente test DART della NASA, e la condivisione costante di dati osservativi sono fondamentali per prevenire situazioni di reale pericolo per il nostro pianeta. In questo contesto, 2024 YR4 rappresenta un banco di prova che aiuterà a verificare l’efficacia delle strategie di sorveglianza e di intervento, ribadendo l’importanza di una cooperazione globale per garantire la sicurezza della Terra nei decenni a venire.