La lotta di Oliviero Toscani contro l’amiloidosi
Il noto fotografo Oliviero Toscani, scomparso oggi all’età di 82 anni, ha combattuto una strenua battaglia contro una malattia incurabile, l’amiloidosi, che ha segnato profondamente gli ultimi anni della sua vita. Toscani aveva apertamente parlato della sua condizione lo scorso 28 agosto, dopo aver perso ben 40 chili in un solo anno. Ricoverato all’ospedale di Cecina, ha affrontato con coraggio e determinazione gli effetti devastanti della malattia.
La testimonianza di Toscani sulla sua malattia
In un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’, Toscani ha descritto il drammatico cambiamento che la malattia ha portato nella sua vita. La sua battaglia contro l’amiloidosi, diagnosticata nel 2023, ha iniziato con sintomi come gambe gonfie e difficoltà a camminare. Dopo essere stato ricoverato e aver ricevuto la diagnosi, ha affrontato un percorso di cure e trattamenti che hanno segnato la sua quotidianità in modo profondo.
Nell’intervista, Toscani ha rivelato di non nutrire paura nei confronti della morte, desiderando solamente che il suo passaggio avvenga senza sofferenze. Ha sottolineato la sua vita vissuta intensamente e senza compromessi, sempre libero e senza legami a padroni o stipendi. La sua visione della morte si è rivelata come un momento di transizione da affrontare con serenità.
La lotta contro la degenerazione causata dall’amiloidosi
Toscani ha parlato apertamente della natura debilitante dell’amiloidosi e dei suoi devastanti effetti sul corpo. Le proteine che si depositano in punti vitali bloccano il corpo, portando alla degenerazione e alla morte. Nel corso di un anno, ha perso ben 40 chili a causa della malattia, che ha reso persino il piacere di bere vino un ricordo lontano, alterato dai farmaci che assumeva.
Nonostante la lotta contro l’amiloidosi, Toscani ha mantenuto un atteggiamento coraggioso e determinato, affrontando la sua condizione con dignità e consapevolezza. Ha riflettuto sulla sua situazione in modo lucido e senza reticenze, cercando di trovare un senso nella nuova realtà che stava vivendo. La sua testimonianza ha rappresentato non solo una denuncia della malattia, ma anche un invito a riflettere sulla vita e sulle priorità umane.