Carlo Nordio: la riforma costituzionale non è punitiva per la magistratura
Carlo Nordio, ministro della Giustizia, ha dichiarato che non è corretto pensare che la riforma costituzionale sia punitiva nei confronti della magistratura. Durante il dibattito su ‘Separazione delle carriere’, Nordio ha sottolineato che, essendo lui stesso un ex magistrato, non sarebbe favorevole a una riforma punitiva. Ha inoltre assicurato che l’indipendenza della magistratura non è messa in discussione.
“Il popolo dovrebbe esprimersi tramite referendum sulla riforma”
Secondo Nordio, è probabile che si arrivi al referendum sulla riforma, e ha espresso la sua preferenza affinché sia il popolo a decidere. Ha dichiarato che non vorrebbe che una maggioranza parlamentare qualificata venisse considerata sospetta in futuro, e ha auspicato che il referendum si svolga in modo razionale e non emotivo.
Nordio ha anche affrontato l’ipotesi di modificare le regole sul quorum del referendum, sollevata da Ignazio La Russa. Ha precisato che un referendum costituzionale sulla giustizia non richiede il quorum, quindi non è un problema attuale. Ha sottolineato che, in caso di esito sfavorevole al governo, ci sarebbero conseguenze, ma ha ribadito che non si tratterebbe di un attacco alla magistratura o al governo.
“Indipendenza e autonomia del pubblico ministero sono garantite nella riforma”
Nordio ha evidenziato che la riforma costituzionale garantisce l’indipendenza e l’autonomia del pubblico ministero, equiparandole a quelle dell’organo giudicante. Ha spiegato che la separazione delle carriere è una necessità politica ed elettorale per rispondere al mandato ricevuto dal popolo italiano.
“Entro il 2026 risolveremo le carenze d’organico dei magistrati”
Il ministro Nordio ha annunciato che entro il 2026 sarà colmata la carenza di organico dei magistrati, grazie a cinque concorsi in corso. Ha sottolineato la necessità di ottimizzare le procedure burocratiche per accelerare il completamento degli organici. Ha inoltre affermato che il processo telematico, sebbene con qualche criticità iniziale, sta procedendo e migliorando.
“Giuseppe Santalucia critico: la riforma indebolisce il giudiziario”
Il presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati, Giuseppe Santalucia, ha contestato l’obiettivo della riforma, sostenendo che indebolisce il sistema giudiziario. Ha espresso preoccupazione per l’accentramento di potere nel pubblico ministero e ha evidenziato il rischio di compromettere un equilibrio già esistente. Ha inoltre commentato che la condanna di Davigo non è pertinente alla discussione sulla riforma della giustizia.
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