Gli Stati Uniti pronti a sostenere la nuova leadership siriana nella ricostruzione del Paese
Joe Biden annuncia il supporto degli Stati Uniti per la Siria post-Assad, definendo la caduta del regime come un atto di giustizia per i civili brutalizzati. Il presidente americano ha tenuto una conferenza stampa alla Casa Bianca per commentare l’evento senza precedenti a Damasco.
“Dopo 13 anni di conflitto e oltre mezzo secolo di regime autoritario, Bashar al-Assad è finalmente caduto”, ha dichiarato Biden. “Le forze ribelli hanno costretto Assad alle dimissioni e alla fuga dal Paese, con speculazioni sul suo possibile rifugio a Mosca. Il regime ha inflitto torture e morte a centinaia di migliaia di siriani, ora finalmente giustiziato”.
“Questo momento segna una svolta storica per la popolazione siriana, che ha sofferto a lungo. È un’opportunità di costruire un futuro migliore per la propria nazione, ma anche un periodo di incertezza e rischio”, ha avvertito Biden. “Gli Stati Uniti collaborano con i partner e i leader siriani per gestire le sfide e cogliere le opportunità”.
“Ci impegniamo a sostenere tutti i gruppi siriani nel processo di transizione guidato dall’ONU, per un passaggio dal regime di Assad a una Siria indipendente con una nuova costituzione”, ha assicurato Biden.
Gli Stati Uniti garantiranno la sicurezza regionale “in caso di minacce provenienti dalla Siria durante la transizione. Restiamo vigili”, ha affermato, sottolineando il rischio terroristico di alcuni ribelli. “Alcuni di loro hanno un passato di terrorismo e violazioni dei diritti umani. Monitoreremo le azioni oltre alle parole”, ha aggiunto.
“Siamo consapevoli che l’Isis cercherà di riemergere sfruttando instabilità politica per creare un rifugio sicuro”, ha avvertito Biden, annunciando attacchi mirati contro le basi e gli agenti dell’Isis. “Le forze statunitensi hanno condotto diverse operazioni oggi all’interno della Siria”.
Tuttavia, Biden ha notato un cambio di tono nei gruppi ribelli e ha menzionato il caso del giornalista Austin Tice detenuto in Siria, confermando l’impegno degli Stati Uniti per il suo ritorno. “Crediamo che sia vivo e lavoriamo per riunirlo con la sua famiglia”.
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