Putin in allarme nucleare sin dall’inizio della guerra in Ucraina
Vladimir Putin ha pensato alle armi nucleari fin dall’inizio della guerra in Ucraina. Il giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina a febbraio 2022, le forze strategiche con armi nucleari russe sono state messe in pieno allerta, per la prima volta al di fuori di un’esercitazione. Questa rivelazione proviene da un disertore russo che, prima di lasciare il Paese, faceva parte di una di queste installazioni. Questo stato di allerta è durato due o tre settimane, ha specificato.
“Eravamo pronti per un attacco nucleare”
“Prima di quel giorno, questa situazione si era verificata solo durante le esercitazioni. Ma nel momento in cui è iniziata la guerra, le armi erano pienamente operative. Eravamo pronti a lanciare missili via terra, mare e aria, con le forze pronte a un attacco nucleare”, ha dichiarato Anton, come viene chiamato l’ex o presunto ex ufficiale delle forze strategiche russe, in un’intervista alla Bbc in un luogo segreto al di fuori della Russia.
Tre giorni dopo l’inizio dell’invasione, Vladimir Putin aveva annunciato che le forze nucleari erano state messe in “modalità speciale di combattimento”, modalità effettivamente attivata il 24 febbraio, secondo le parole dell’ex militare. In quei giorni, ad Anton era stato dato l’ordine di tenere lezioni per i militari ai suoi ordini basate su istruzioni che descrivevano i civili ucraini come bersagli da “eliminare”.
“Per me questo era inaccettabile. È un crimine di guerra. Ho rifiutato di partecipare a questa propaganda”. Di conseguenza, è stato trasferito a una brigata regolare in un’altra zona, da cui sarebbe stato poi inviato al fronte. Queste unità di “carne da cannone” sono generalmente assegnate a coloro che si oppongono alla guerra. Anton ha quindi firmato per concludere il suo servizio militare e ha lasciato il Paese con l’aiuto dell’organizzazione che assiste i disertori “Idite Lesom” (Sparite nei boschi), contattata attualmente da circa 350 soldati al mese.
La sua unità presso il sito strategico, una forza di reazione rapida responsabile della sicurezza della base durante i primi giorni dell’operazione militare speciale, era “confinata all’interno del sito”. “Avevamo accesso solo alla televisione russa. Ho obbedito agli ordini, anche se non capivo appieno la situazione. Non eravamo impegnati in combattimenti, ma solo a sorvegliare le armi nucleari”.
Nelle forze nucleari sono presenti solo militari di carriera, non reclute. “Ci sono controlli continui e rilevatori di menzogne per tutti. L’obiettivo è di respingere o lanciare un attacco nucleare”, spiega. “Tra i miei compiti c’era anche quello di assicurarmi che i soldati sotto il mio comando non portassero telefoni dentro la base”.
“Si tratta di una comunità chiusa, senza presenza di stranieri. Se volevi che i tuoi genitori ti visitassero, dovevi presentare una richiesta all’Fsb con tre mesi di anticipo”. “Ero costantemente coinvolto in esercitazioni. Il nostro tempo di reazione era di due minuti”.
Le testate nucleari russe
Secondo i dati della Federazione degli scienziati americani, la Russia ha 4.380 testate nucleari operative, ma solo 1.700 sono dispiegate o pronte all’uso. Putin potrebbe anche decidere di utilizzare testate nucleari “non strategiche”, anche chiamate tattiche, con una minore carica radioattiva.
“Potrebbero esserci alcune armi obsolete in alcune zone, ma il Paese dispone di un vasto arsenale nucleare, con un’enorme quantità di testate, incluse pattuglie di combattimento costantemente dispiegate via terra, mare e aria”, sottolinea il militare. “La manutenzione delle armi nucleari è costante, non si ferma mai”, aggiunge, respingendo l’idea che l’arsenale russo sia obsoleto.
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