Lunedì 11 novembre 2024, alle 18:00, la Sala Proiezioni della Società Alpina delle Giulie APS – Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano (via Donota 2, Trieste) ospiterà la conferenza dal titolo “Le Vie Parallele di Guglielmo Delvecchio”, tenuta da Flavio Ghio.
Riscoprire Guglielmo Delvecchio
In occasione dell’incontro, verrà presentato l’ultimo numero della rivista Alpi Giulie (anno 118 n. 1/2024), curato dallo stesso Ghio, dedicato interamente alla riscoperta della figura di Guglielmo Delvecchio (Trieste 1921 – Pordenone 2009), noto come “l’eroe pallido”. Questo numero della rivista contiene documentazione inedita fornita dalla famiglia Delvecchio. È possibile consultare la rivista in formato PDF al seguente link: Alpi Giulie – Luglio 2024.
Il ruolo di Delvecchio nell’alpinismo triestino
Negli anni del secondo dopoguerra, Guglielmo Delvecchio si affermò rapidamente come l’artefice della rinascita dell’alpinismo triestino, un movimento orfano del grande alpinista Emilio Comici. Delvecchio riuscì a risollevare il morale degli appassionati, incarnando i valori e l’eredità del Maestro, dimostrando così le potenzialità presenti nel suo mito. Il messaggio di Delvecchio ha influenzato anche figure come Enzo Cozzolino, il quale cercava di dare una nuova forma all’alpinismo classico.
Delvecchio sapeva che, sebbene il mito fosse ricco di significati, le parole da sole non bastavano per ispirare le nuove generazioni che vivevano in un contesto di pace e rinnovamento. Il suo compito non era semplice, poiché il “ventennio” di Comici gravava come un’ipoteca sulle sue imprese. Recentemente, anche il canadese David Smart ha dedicato un libro a Comici, intitolato “Emilio Comici – L’angelo delle Dolomiti”, evidenziando la sfida di liberare l’alpinismo triestino da questo fardello attraverso l’azione concreta.
Dettagli della conferenza
La conferenza sarà arricchita dalla proiezione di materiale inedito e da un breve video che mette in evidenza la passione di Comici e Delvecchio per la didattica dell’arrampicata, sottolineando il loro ruolo come capiscuola dell’alpinismo triestino.
L’ingresso è libero e l’evento rappresenta un’importante opportunità per conoscere e celebrare una figura fondamentale della storia dell’alpinismo triestino e il suo contributo al patrimonio culturale locale.
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