TREVISO – L’export di macchinari verso la Germania sta subendo una significativa contrazione, un segnale allarmante per l’intero Veneto. Le vendite di macchinari dalla provincia di Treviso hanno visto un calo del 2,1%, mentre la perdita media per la regione si attesta a un preoccupante 10,7%. A influenzare questo fenomeno, oltre alla generale frenata dell’economia tedesca, ci sono anche i tassi d’interesse elevati sui prestiti, che hanno spinto molte aziende a rinunciare a investimenti strategici.
La situazione attuale
Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, ha sottolineato l’importanza di un intervento mirato da parte della Banca Centrale Europea (BCE) per stimolare la ripresa economica. «Ci aspettiamo ulteriori tagli al costo del denaro», ha affermato Bernardi. La crisi dei prestiti è evidente: tra il 2020 e maggio 2024, le piccole e medie imprese venete hanno registrato una flessione dei prestiti del 6,5%, con un picco dell’8,6% nell’ultimo anno. Questo scenario mette a rischio non solo il futuro delle imprese, ma anche quello dell’intero sistema produttivo veneto.
I tassi di interesse e il loro impatto
Ad aggravare la situazione, i dati mostrano che a luglio 2024 il costo del credito per le imprese era salito al 5,34%, un valore superiore di 28 punti base rispetto al tasso medio di 5,06% rilevato nell’Eurozona. Questa disparità pone le imprese venete in una posizione svantaggiata rispetto ai loro concorrenti europei. Negli ultimi due anni, le aziende hanno visto aumentare gli oneri finanziari sui prestiti di ben 371 punti base, un incremento di 48 punti superiore all’aumento di 323 punti registrato nell’Eurozona.
Bernardi ha evidenziato come la stretta monetaria abbia penalizzato in modo significativo le piccole e medie imprese. «Le aziende sono state fortemente influenzate dal caro-tassi, il che ha rallentato le decisioni di investimento», ha spiegato il presidente. In un contesto dove il costo del denaro continua a gravare pesantemente, è difficile per le aziende pianificare investimenti a lungo termine e innovare i loro processi produttivi.
Le difficoltà nel settore del credito
Un’altra questione critica riguarda la crescente rigidità dei criteri di concessione dei prestiti da parte delle banche. «La contrazione dei prestiti dipende anche dalle maglie strette delle banche», ha sottolineato Bernardi. Le istituzioni finanziarie applicano ora criteri di merito creditizio molto severi, il che significa che le imprese che necessitano di liquidità per far fronte agli impegni quotidiani e per investire nella crescita si trovano spesso in difficoltà. La mancanza di supporto finanziario sta causando un rallentamento nell’innovazione e nella modernizzazione delle aziende, elementi essenziali per mantenere la competitività nel mercato globale.
L’inflazione e le sue ripercussioni
Un altro fattore che merita attenzione è il recente rallentamento dell’inflazione nell’Eurozona. Ad agosto, l’inflazione è scesa al 2,2%, in calo rispetto al 2,6% di luglio. Questo calo ha avuto un impatto diretto sul tasso di interesse reale, accentuando ulteriormente gli effetti recessivi della politica monetaria attuale. «La stretta creditizia riduce la propensione a investire delle imprese», ha affermato Bernardi.
Le aziende, quindi, si trovano in un paradosso: mentre l’inflazione rallenta, i costi del credito rimangono alti, creando un ambiente sfavorevole per gli investimenti. Nel secondo trimestre del 2024, gli investimenti in macchinari e impianti sono scesi del 2,8% su base annua, evidenziando una stagnazione preoccupante per la crescita economica della regione.
Crisi tedesca e domanda di tecnologia
A peggiorare ulteriormente il quadro, la crisi economica in Germania ha avuto ripercussioni dirette sulla domanda di tecnologia made in Treviso. La diminuzione dell’export di macchinari verso il mercato tedesco, sebbene più contenuta rispetto ad altre province venete, sta costringendo molte aziende a rivedere le proprie strategie commerciali. La Germania, tradizionalmente un partner commerciale solido per le imprese venete, sta affrontando una serie di sfide interne che limitano la capacità di assorbire prodotti e tecnologie estere.
Bernardi conclude con un messaggio chiaro e diretto: «Ci aspettiamo un ulteriore intervento della BCE che possa ripristinare le condizioni necessarie per il rilancio del sistema produttivo». Le aziende venete hanno bisogno di un sostegno concreto per affrontare le sfide attuali e per riscoprire un percorso di crescita e innovazione.
Prospettive future
In un contesto così complesso, la risposta da parte delle istituzioni finanziarie e politiche sarà cruciale. È fondamentale che si creino le condizioni ottimali per facilitare l’accesso al credito e stimolare la fiducia degli imprenditori. Senza un intervento decisivo, il rischio è quello di un ulteriore deterioramento della situazione economica, che potrebbe avere effetti a lungo termine sulla capacità competitiva delle imprese venete.
In conclusione, la sfida per il futuro sarà quella di ricostruire un sistema economico resiliente e capace di adattarsi alle nuove condizioni di mercato. Solo attraverso politiche mirate e un supporto concreto alle imprese sarà possibile rimettere in moto l’economia, garantendo prosperità e opportunità per tutti gli attori coinvolti.
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