Nella giornata di oggi, 21 febbraio, le unità del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano hanno avviato un’operazione che coinvolge diverse realtà imprenditoriali legate a Chiara Ferragni, nota influencer e imprenditrice digitale. I finanzieri hanno visitato la sede milanese della Oreo, l’azienda Cerealitalia a Bari, titolare del marchio Dolci Preziosi, e l’impresa Trudi a Tarcento, in provincia di Udine, che ha realizzato una mascotte raffigurante l’influencer.
Il cuore dell’indagine
Questa serie di acquisizioni documentali si inserisce in un’indagine più ampia che vede Chiara Ferragni al centro di un’accusa di truffa aggravata relativa a una campagna di beneficenza legata alla vendita di uova pasquali con il suo marchio per Dolci Preziosi e una bambola in collaborazione con Trudi lanciata nel 2019. Il progetto, che prometteva di devolvere tutti i profitti a Stomp Out Bullying, un’organizzazione no profit impegnata contro il cyberbullismo, è ora sotto la lente d’ingrandimento delle autorità.
Dettagli e chiarimenti in attesa
I nodi da sciogliere riguardano principalmente questioni giuridiche più che fattuali, con l’obiettivo di chiarire la natura dei contratti, delle comunicazioni via email e degli impegni presi dall’influencer e dai suoi partner commerciali. La situazione si complica per la mancanza di comunicazioni chiare sui canali social da parte di Ferragni, che non aveva specificato l’esclusività della donazione attraverso il canale e-commerce diretto, escludendo quindi le vendite gestite da terzi.
La posizione di Ferragni e delle aziende coinvolte
Al momento, non è chiaro quale sarà l’esito delle indagini né le possibili ripercussioni legali per Ferragni e per le aziende coinvolte. La vicenda solleva importanti questioni sulle responsabilità sociali e legali degli influencer e sulle aspettative dei consumatori riguardo alla trasparenza e all’integrità delle campagne di beneficenza promosse nel mondo digitale.