Sarà inaugurata il 29 aprile alle 16 presso il Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste (sala I B) la mostra fotografica nell’ambito della rassegna “Lavorare oltre confine. Storie, voci e immagini del lavoro frontaliero in Friuli Venezia Giulia”, progetto realizzato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università degli Studi di Trieste, con il finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia e con la co-organizzazione del Comune di Trieste.
La mostra fotografica è curata da Maria Dolores Ferrara, docente di diritto del lavoro dell’Università di Trieste, responsabile del progetto e curatrice della rassegna, che proporrà anche un concerto del Conservatorio di musica “Tartini” e una conferenza. L’allestimento è di Marianna Accerboni e Riccardo Moro, la progettazione del percorso espositivo di Divulgando srl.
La mostra è stata allestita in collaborazione con diversi archivi della Regione Friuli Venezia Giulia: Istituto Livio Saranz di Trieste, Archivio storico della CGIL di Monfalcone “Sergio Parenzan”, Archivio Storico della CISL di Pordenone “Alessandro Vicenzini”, Archivio del C.S.IR. Italo-Croato Alto Adriatico”, Cassa Edile di Udine, Archivio Cantîrs, Archivio ALEA scarl di Cividale del Friuli. Ha coordinato le attività di ricerca storico-archivistica Davide Rossi, docente di Storia del diritto medievale e moderno dell’Università di Trieste.
All’inaugurazione dell’esposizione, dopo i saluti istituzionali del Magnifico Rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda, di Caterina Falbo, collaboratrice del rettore per la Terza missione e divulgazione scientifica, e di Gian Paolo Dolso, direttore Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione, interverranno i partner della Rassegna, Viliam Pezzetta, segretario generale CGIL Friuli Venezia Giulia, Alberto Monticco, segretario generale CISL Friuli Venezia Giulia, Matteo Zorn, segretario generale UIL Friuli Venezia Giulia, Sandro Torlontano e Lorenzo Capaldo, rispettivamente direttore e presidente del Conservatorio di Musica “Giuseppe Tartini” di Trieste, Antonella Caroli, presidente Italia Nostra, Mauro Gialuz, presidente Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia.
La mostra fotografica è costituita da fotografie d’archivio tese a evocare alcuni episodi della storia del lavoro e del lavoro frontaliero in Friuli Venezia Giulia e a ricordare le esperienze dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno da sempre animato il confine orientale. Il confine tra l’Italia e l’ex Jugoslavia socialista non è stato soltanto una barriera, ma anche un ponte che uomini e donne hanno attraversato per raggiungere un’opportunità di integrazione, di condivisione di progetti e di costruzione di un’identità unitaria transfrontaliera, radicata sui diritti e sulle possibilità di sviluppo sociale ed economico.
L’allestimento contempla sette sezioni. La sezione “A”, Il Cotonificio, raccoglie alcune immagini che hanno interessato le vicende del Cotonificio Triestino di Piedimonte del Calvario, sito nel territorio goriziano in occasione delle diverse manifestazioni che negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo Novecento sono state fatte per rivendicare migliori condizioni di lavoro e contrattuali. In passato, nella storia del Cotonificio sono state singolari le vicende relative ai rapporti tra operaie provenienti dalle province dell’Impero asburgico e quelle frontaliere, provenienti dalle zone povere della Carnia e del Veneto, disposte a lavorare per paghe più basse.
Nella sezione “B”, Il Cantiere Navale di Monfalcone, si possono ammirare alcune immagini che ritraggono operai al lavoro e in occasioni di manifestazioni dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del Novecento, nonché frammenti degli interni del Cantiere. La manodopera confluiva da tutti i territori dell’Impero e, in forma dominante, dall’Istria e dalla Dalmazia. La storia del cantiere si è trasformata ben presto in una storia di integrazione a livello sociale che, nonostante diverse criticità, perdura anche oggi.
La sezione “C”, Porto, cantieri e industrie locali, si compone di immagini che ritraggono operai impegnati in diverse attività di carico e scarico presso il Porto di Trieste, lavoratrici e lavoratori che manifestano in occasione di vertenze che hanno interessato alcune industrie del territorio triestino e il settore della cantieristica negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta del Novecento. Queste realtà produttive attiravano manodopera da diverse parti dell’area confinaria dell’Alto Mare Adriatico.
La sezione “D”, Le miniere di Cave del Predil, si riferisce alle vicende del sito minerario di Cave del Predil, nel tarvisiano. La maggior parte dei lavoratori erano di origine carnica e friulana, ma vi era un’importante presenza di lavoratori transfrontalieri: infatti, il secondo gruppo più numeroso di minatori era composto da lavoratori sloveni che, alternativamente, si trasferivano a Cave del Predil oppure mantenevano la residenza della famiglia nella confinante Slovenia.
La sezione “E”, Cantîrs, ospita una selezione del Museo Cantîrs, nato per documentare la memoria storica della tradizione edile del Friuli. Con questa sezione, la mostra fotografica si arricchisce anche di storie ed esperienze di lavoratori friulani che hanno varcato i confini del territorio italiano nel settore dell’edilizia. Il Museo Cantîrs è frutto del desiderio di documentare una memoria storica, quella della tradizione edile del Friuli, di presentarne, almeno per tratti, la natura complessa e multi sfaccettata.
Nella sezione “F”, Grandi Motori Trieste, si possono ammirare ritratti di lavoratori intenti a eseguire diverse attività sulle macchine e sugli apparati motori. Dopo notevoli scontri relativi alla scelta della località in cui collocare la fabbrica, si trovò nell’agosto 1968 come soluzione la località di Bagnoli della Rosandra – Boljunec, nel Comune di San Dorligo della Valle, vicino al confine con l’ex Jugoslavia. Nonostante le iniziali criticità dettate dalla vicinanza alla zona confinaria, il punto di equilibrio tra le diverse istanze venne trovato attraverso la creazione dell’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato, con lingua d’insegnamento slovena, in modo da integrare la comunità slovena nella nuova realtà.
La sezione “G”, Sindacati oltre i confini, raccoglie le immagini di manifestazioni ed eventi che sono stati organizzati sul confine in occasione delle feste del primo maggio o di momenti storici fortemente evocativi, quali l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, o che sono stati il frutto delle attività dei Consigli Sindacali Interregionali, strutture promosse dalle principali Organizzazioni Sindacali dei Paesi dell’area confinaria, al fine di implementare la cooperazione nelle regioni di frontiera e così favorire la coesione sociale e le occasioni di crescita reciproca.
La mostra, a ingresso gratuito, rimarrà aperta fino al 15 maggio (con apertura sabato-domenica: ore 15-18; mercoledì-venerdì: ore 10-13 / 15-18; martedì 10 maggio: ore 16-18). Nel periodo d’apertura della mostra, Italia Nostra offre l’opportunità di partecipare a visite guidate che porteranno i partecipanti alla scoperta della storia e degli edifici del Porto Vecchio. Le visite si terranno in maggio nei giorni mercoledì 3 e 11, giovedì 5 e 12, venerdì 6 e 13, alle 10 e alle 11.30. A richiesta sono prenotabili anche visite pomeridiane scrivendo a infovisiteguidate@virgilio.it.
Faranno da corollario all’esposizione anche un concerto del Conservatorio di musica “Giuseppe Tartini” e una conferenza. Il concerto, che si terrà il 10 maggio alle 17 nella sala Luttazzi del Magazzino 26, sarà intervallato da letture di docenti, giovani ricercatrici e ricercatori dell’Università di Trieste su “Voci e parole dell’integrazione europea”. La conferenza, intitolata “Lavorare senza confine: storie, diritti e territorio del Friuli Venezia Giulia”, si terrà il 13 maggio alle 16 nella sala Luttazzi del Magazzino 26, e affronterà temi come le opportunità e le criticità del lavoro frontaliero, soprattutto nel Friuli Venezia Giulia, la mobilità dei confini e dei lavoratori frontalieri, i rapporti linguistici e di vicinato tra paesi confinanti e le difficoltà che affrontano le comunità frontaliere. La partecipazione agli appuntamenti è gratuita e l’accesso è consentito previo rispetto delle normative anti Covid vigenti e prenotazione su Eventbrite (www.eventbrite.com/cc/lavorare-oltre-confine-246899).
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