Sono passati due anni da un momento che rimarrà per sempre nella storia del nostro Paese e impresso nella mente di tutti noi. Era la sera del 9 marzo 2020, quando l’allora premier Giuseppe Conte annunciava che dal giorno successivo l’Italia sarebbe stata in lockdown.
“Non ci sarà più una zona rossa, non ci saranno più zona uno e zona due, ma un’Italia zona protetta. Saranno da evitare gli spostamenti salvo tre ragioni: comprovate questioni di lavoro, casi di necessità e motivi di salute”. Questo il messaggio del presidente del Consiglio in una conferenza stampa che nessuno mai dimenticherà. In quel momento, infatti, gli italiani hanno veramente capito la gravità e la pericolosità di un virus che arrivava dalla Cina e che ormai si era diffuso anche nel nostro Paese e in Europa.
Nel suo annuncio, però, Conte non usava ancora la parola lockdown. Come si legge dalle sue dichiarazioni, si parlava solo di “zona rossa” o di “quarantena”, il concetto stesso di lockdown non esisteva ancora nella nostra esperienza. Anzi ci sembrava molto lontano. Così come il coprifuoco, misura che per la prima volta tornava in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Diversi i provvedimenti annunciati.